Martedì 7 settembre Davide Enia ha vinto il Premio le Maschere del Teatro Italiano 2021 come Miglior autore di novità per lo spettacolo ‘maggio ’43 prodotto da Fondazione Sipario Toscana e Accademia Perduta Romagna Teatri. Lo spettacolo inaugurerà la stagione serale della Città del Teatro di Cascina (PI) sabato 25 settembre alle ore 21.00.
Davide Enia dal palco di Villa Campolieto ad Ercolano, durante la trasmissione di Rai1 ha dedicato il premio “agli sconfitti del mondo”: «Tutta l’umanità è sconvolta in questo momento dall’Afghanistan, dalla Libia, tutte le persone che stanno attraversando un processo migratorio causato dal cambiamento climatico piuttosto che dalle guerre meriterebbero rispetto e ascolto e non la categoria di giudizio completamente sbilanciato dei fatti che è quello che sta succedendo. Sarebbe utile per tutti quanti come esercizio, per migliorare la vita, tornare ad osservare il mondo con gli occhi del dodicenne “picciriddu” perché esiste ancora la meraviglia e tutto è ancora possibile.»
Ad Ercolano era presente alla premiazione anche il direttore artistico della Fondazione Sipario Toscana Luca Marengo, che ha dichiarato: «sono felice di questo riconoscimento per una produzione così importante per noi proprio con questo lavoro e in questo momento storico. Ringrazio Davide e Giulio che lo accompagna in scena con le sue musiche. Condivido questo risultato con tutte le persone che lavorano a La Città del Teatro, e con i nostri coproduttori di Accademia
Perduta Romagna Teatri. Questo premio sostanzia il valore della coproduzione, una sinergia che permette di condividere poetiche e competenze organizzative.»
Lo spettacolo maggio ’43 di e con Davide Enia, con le musiche in scena di Giulio Barocchieri, prodotto da Fondazione Sipario Toscana e Accademia Perduta Romagna Teatri, racconta il bombardamento di Palermo del 1943, visto con gli occhi di un ragazzino di 12 anni.
Il racconto trae linfa da una serie di interviste a persone che subirono quei giorni del maggio ‘43, e ne uscirono miracolosamente illese. Dalla loro narrazione e dai frammenti di memoria raccolti principia l’elaborazione drammaturgica, che scompone e intreccia e rielabora queste testimonianze, per poi incastonarle in un’unica storia. Erano tempi cupi, in cui necessario era ingegnarsi per riuscire a sopravvivere. Erano tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi.
maggio ‘43 inaugurerà la stagione serale della Città del Teatro sabato 25 settembre alle ore 21.00.