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Toscana Produzione Musica

PAGGI - GIRAFFE\ROMANO “INVISIBLE PAINTERS”

Concerti

h.21:00 - Matteo Paggi - GIRAFFE

Matteo Paggi: trombone
Lorenzo simoni: sax alto
Mirah Noh: piano
Jonathan Ho Kin Chiat: dbass
Andrea Carta: drums

La giraffa, nel mondo del simbolismo, significa “lungimiranza”. Avendo la testa lontana dal cuore, è in grado di prendere decisioni con distacco e freddezza.

Nella musica della band quindi, la mente è libera di volare, di esprimersi con tutta l'ariosità che le è propria; allo stesso tempo, il fuoco della passione arde forte nel petto e non trova alcun ostacolo, brucia incessantemente. È proprio con questo concetto che Matteo Paggi ha scritto le composizioni (originali) per la band.

Lo stile delle GIRAFFE riesce a legare razionalità e passione, creando un'estetica originale che trae influenze dal metal, dal rock e dalla musica melodica, il tutto all'interno di una cornice jazz.

Matteo Paggi è un artista poliedrico e musicista versatile, con una formazione classica come trombonista orchestrale e un Master in Trombone Jazz. Durante la sua carriera, ha esplorato diversi generi musicali, dalla libera improvvisazione al rock, jazz, metal e musica sperimentale. Ha collaborato con orchestre sinfoniche e festival in tutta Europa, ed è stato riconosciuto con premi prestigiosi.

Dal 2019 vive ad Amsterdam, dove ha sviluppato progetti innovativi, come il metodo compositivo "WORDS" e il quintetto "Matteo Paggi and the Giraffes". È particolarmente significativa la sua collaborazione con Enrico Rava, uno dei più grandi jazzisti italiani, nel quintetto "The Fearless Five". Il gruppo ha pubblicato l’omonimo album il 5 luglio 2024.

Oltre a Rava, Paggi ha condiviso il palco con artisti di fama internazionale, tra cui Tony Coleman, Yamandu Costa, Adam Rapa, Dianne Reeves, Peter Washington, Ethan Iverson, Dan Weiss, Imperial Triumphant, Joe Lovano, Lewis Nash, Fabrizio Bosso, Giovanni Sollima, Don Farinacci e Veronica Swift. Si è esibito in importanti festival e teatri come il North Sea Jazz, Umbria Jazz, Ziggo Dome, Blue Note Milano, Casa del Jazz e molti altri.


h.22:00 - FERDINANDO ROMANO “INVISIBLE PAINTERS”

Federico Calcagno - clarinetto, clarinetto basso
Valentin Gerhardus - pianoforte, sintetizzatori, live sampling

Ferdinando Romano - contrabbasso, synth, samples, sintetizzatori modulari
Antonio Fusco - batteria

Invisible Painters, il secondo album di Ferdinando Romano, è uscito a giugno 2023 per la nuova etichetta Jam/UnJam con distribuzione Universal.

Il tour 2024 parte dopo il brillante risultato al Top Jazz 2023, il referendum della critica indetto dalla storica rivista Musica Jazz, dove il contrabbassista si è piazzato al secondo posto nella categoria Musicista dell’anno, il disco al terzo posto tra gli Album dell’anno e il gruppo al quarto posto tra le Formazioni dell’anno.

Con il precedente album Totem, Ferdinando aveva ottenuto importanti riconoscimenti come come “Miglior Nuovo Talento Italiano 2020” nel Top Jazz annuale della rivista Musica Jazz e il Premio SIAE 2021.

Sebbene la sua matrice provenga dal mondo della musica improvvisata questo lavoro vuole guardare oltre, mescolandosi con l’elettronica, l’ambient e la musica del ‘900, attraversando le definizioni e categorie abituali; contrabbasso, pianoforte, batteria e clarinetto basso fondono i loro timbri con sintetizzatori, samples e registrazioni ambientali, a cavallo tra suoni digitali e amore per l’analogico.

Il disco comprende anche la partecipazione sul brano la Figurazione delle Cose Invisibili della musicista Christine Ott con il suo Ondes Martenot, raro strumento che Christine, musicista francese molto attiva con i suoi progetti nell’ ambito della musica contemporanea ed elettronica, ha suonato anche al fianco di band e musicisti come Yann Tiersen e Radiohead live e in studio.

Invisible Painters, i pittori invisibili, sono l’immagine dell'impulso inconscio e istintivo che genera la creazione, la mano e il pennello interiori con cui creiamo estemporaneamente. È proprio in questo equilibrio tra consapevolezza e istinto, composizione ed estemporaneità che nasce questa musica.

 

sala Margherita Hack

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