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Misericordia

Stagione teatrale

scritto e diretto da Emma Dante
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli
luci Cristian Zucaro
assistente di produzione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone,Roma


Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente. Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti

Una favola contemporanea che racconta la disperata e sconfinata solitudine delle donne, ma anche la loro potenza generativa e vitalità sconfinata. Tre puttane interpretate da Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e un ragazzo menomato  incarnato da Simone Zambelli,vivono in un monovano lercio e miserevole. Durante il giorno le donne lavorano a maglia e confezionano sciallette, al tramonto, sulla soglia di casa, offrono ai passanti i loro corpi cadenti. Arturo non sta mai fermo, è un picciutteddu ipercinetico. Ogni sera, alla stessa ora, va alla finestra per vedere passare la banda e sogna di suonare la grancassa. La madre di Arturo si chiamava Lucia, era secca come un'acciuga e teneva sempre accesa una radiolina. La casa era china 'i musica e Lucia abballava p'i masculi! Soprattutto per un falegname che si presentava a casa tutti i giovedì. L'uomo era proprietario di una segheria dove si fabbricano cassette della frutta, guadagnava bene ma se ne andava in giro con un berretto di lana e i guanti bucati. Lo chiamavano 'Geppetto'. Alzava le mani. Dalle legnate del padre nasce Arturo e Lucia muore due ore dopo averlo dato alla luce. Nonostante l'inferno di un degrado terribile, Anna, Nuzza e Bettina se lo crescono come se fosse figlio loro. Arturo, il pezzo di legno, accudito da tre madri, diventa bambino. 
Le donne protagoniste dello spettacolo sono donne condannate a lottare, se vogliono sopravvivere, condannate a combattere con ogni possibile risorsa per emergere dal degrado e dallo squallore in cui la società pare averle relegate, Emma Dante presenta la sua opera con queste parole: «Lo spettacolo racconta qualcosa che ha a che fare con la pietà. Anna, Nuzza e Bettina, nonostante la condizione tremenda e disagiata di marginalità in cui vivono, scelgono di prendersi cura di un essere, Arturo, che, per quanto speciale, è problematico, non è facile da gestire, soprattutto in un tugurio misero e lercio come quello in cui vivono. Eppure lo adottano, lo ricevono da una di loro che muore ammazzata sotto le percosse di un uomo, e lo crescono. Il loro gesto misericordioso è molto forte: non agiscono per interesse, né per egoismo; solo per amore. Allo stesso tempo, mi piacerebbe che il pubblico avesse nello sguardo quella misericordia di cui oggi si ha sempre più bisogno, che assistesse a questa storia con un atteggiamento accogliente. Le storie che racconto esistono davvero; anche se ci paiono lontane, sono reali e abitate da personaggi autentici.Gli animi si sono induriti, ma fortunatamente esiste il teatro, che per me serve e servirà sempre ad ammorbidire il cuore della gente, oggi terribilmente chiuso.»
Misericordia getta luce anche su un altro tema di attualità: la violenza sulle donne. «Argomento tanto attuale quanto irrisolto. Più frequente e terribile negli ambienti degradati dove non esiste difesa né modo per salvaguardare la vita delle persone in pericolo, perché c’è maggiore omertà. Ci sono tanti casi di vite disgraziate, di persone che non sanno dove trovare la forza per andare avanti. Credo che la paura di poter essere uccise sia forse ancora peggiore della morte stessa: svegliarsi la mattina e avere il terrore di incontrare per strada la persona che ci sta perseguitando è un incubo che uccide la vita stessa.»
In Misericordia si affronta anche il tema della maternità. «È quella cosa che senti, - continua Emma Dante -a prescindere dal fatto di avere partorito o no un essere umano, di averlo tenuto in grembo. Non conta che un bambino abbia o no i tuoi tratti... Che importano le somiglianze? La maternità non ha a che fare con il sangue, ma con il contatto fisico, con la condivisione, con l’amore, con uno strano modo di crescere insieme. La mamma è colei che ti fa sentire al sicuro. Ecco, per me la maternità ha a che fare con la parola riparo.»

Manuela Lo Sicco Premio Ubu 2021 Miglior Attrice per "Misericordia"

GUARDA IL VIDEO PROMO https://www.youtube.com/watch?v=qckP-ijPxp8

SABATO 29 GENNAIO ORE 21
durata h.1 
sala grande

BIGLIETTERIA 

Orari di programmazione:
Stagione teatrale
 

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