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Fondazione Sipario Toscana

Peter Pan

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un progetto di Collettivo Fontana
ispirato a  Peter Pan  di J.M. Barrie
drammaturgia Flavio Murialdi
regia Caterina Dazzi
con Michele Eburnea, Luigi Fedele, Sara Mafodda, Aurora Spreafico e Aron Tewelde
costumi Francesco Fedele
responsabile di produzione Collettivo Fontana Valeria Bocchia
artwork e grafiche gbrlstrcx
photographer e videomaker Clara Borrelli
sostituzione e collaborazione all’allestimento Claudia Grassi
costruzione scene Luigi Di Giorno
si ringraziano il Teatro Villa Pamphili e Scuola di Teatro Centro Internazionale La Cometa


LUCY Lo vedi quell’albero? È nuovo. È nato da poco. Non sai mai che albero diventerà, finché non lo vedi spuntare.
JAMES Li avete piantati voi?

BARB Quello sì. Con lui non avevamo scelta. È stato con noi per tanto tempo. Metterlo qui è stata la cosa migliore. Ci facciamo compagnia a vicenda..

Non molto tempo fa, una stazione dei treni e una tavola calda in mezzo ai binari. Un posto che si potrebbe definire speciale. I treni passano a tutte le ore e gli avventori sono tra i più diversi. È importante soffermarsi sui bambini, Wendy e suo fratello James: quando saranno grandi gestiranno il ristorante della madre. Tutti i bambini crescono. Per la maggior parte succede e basta. Ma alcuni, i diversi, scappano. Questa è la storia di come Wendy e James fuggirono di notte, inseguendo una strana ombra, oltre la nebbia e i temporali, fino a un’isola che forse non esiste. È la storia della banda che l’abitava, e del loro capo, Peter Pan.

Ma qual è il confine tra favola e distopia? L’Isola Che Non C’è è una comunità selvaggia, ma c’è una sola regola: per restare non bisogna essere tristi.

Il Peter Pan del Collettivo Fontana è ambivalente e dispotico: è un passionale, un radicale, un conservativo, nel modo più̀ puro e spietato dei bambini. L’Isola appare inizialmente come un ideale fantastico di libertà che si trasforma in un incubo, in una progressiva spaccatura tra aspettativa ed esperienza. Sulla scia de Il signore delle mosche di William Golding, l’Isola diventa un mezzo per indagare le conseguenze di un’utopia.

L’idea di regia si basa sullo studio di quadri in compresenza, in un’atmosfera rarefatta e sospesa nella nebbia, passando da sogno a realtà e viceversa.

Il progetto si inscrive in un percorso di ricerca - avviato nel 2019 dal Collettivo Fontana - che indaga il processo di crescita, in rapporto con la violenza della disillusione e della fine del sogno, disegnando un linguaggio crudo e leggero come l’infanzia. È la fine della favola dei bimbi sperduti.

GIOVEDì 20 - VENERDì 21 APRILE ORE 21.15
durata 55'
sala piccola

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