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Cosa può un robot?

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Cosa può un robot?

Cosa può un robot?, realizzato con un contributo di Fondazione Toscana Spettacolo, è un percorso che nasce da una riflessione sul rapporto tra essere umano e macchina, relazione dai confini sfumati che ci restituisce una realtà permeata dall’influenza e dall’utilizzo di intelligenze artificiali. L’indagine sulla possibilità di connessione tra teatro e robotica mira a proporre un’esperienza formativa, che rappresenti un elemento di innovazione nella didattica a distanza. Il progetto vede la collaborazione tra Fondazione Sipario Toscana, Dario Focardi, Centro Piaggio Università di PisaIIT e GREAT Robotics.
A causa dell’emergenza Covid-19, i bambini si sono ritrovati a muoversi in una realtà nuova e virtuale, affascinante, ma fatta di assenze, dove a mancare è la possibilità di toccarsi e di guardarsi negli occhi, di emozionarsi. La tecnologia ha aiutato in parte ad abitare queste distanze, consentendo ai bambini di interagire con parenti e amici lontani, svolgere Didattica a Distanza e in classe di utilizzare la LIM - Lavagna Interattiva Multimediale – anche per garantire la continuità didattica con progetti educativi on line.
È interessante immaginare una ridefinizione del rapporto tra teatro e tecnologia in ambito educativo, inventando strumenti pedagogici che migliorino il presente e che possano essere parte integrante del percorso curricolare. Il gaming tecnologico, ad esempio, è uno straordinario strumento didattico – che con il teatro condivide un terreno comune di artigianalità e gioco – e permette di affrontare argomenti complessi, utilizzando il linguaggio digitale proprio delle nuove generazioni.
Cosa può un robot? è un percorso formativo rivolto alle classi IV e V della scuola primaria che incrocia le attività di un laboratorio teatrale tradizionale con l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi. Una scelta obbligata che è nata dall’esigenza di far fronte alle limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19. Due sono gli ambiti che mettiamo al centro di questo percorso formativo: Emozioni e Tecnologia. I bambini e le bambine a cui è rivolto questo percorso sono nell’età in cui si domanda quale sia il significato di quello che provano. La pandemia ha ampliato questa loro esigenza, mettendoli di fronte all’impossibilità di dare loro sfogo attraverso un contatto fisico, vietato dalle condizioni sanitarie. A questo bisogno il teatro può e deve continuare a dare una risposta attraverso i propri strumenti pedagogici. La tecnologia è stata essenziale nel 2020, perché, tra le altre cose, ci ha permesso di interagire con gli affetti lontani, con cui altrimenti non avremmo avuto contatti per mesi interi, e ci ha aperto la possibilità della scoperta di nuovi modi di imparare e creare. In un percorso formativo essa può e deve diventare uno strumento imprescindibile nella valigia di un educatore. Questa è una scelta che va incontro a un rapporto più diretto con le nuove generazioni e che permette di interagire con esse attraverso strumenti e linguaggi che queste conoscono molto bene.
Il progetto propone una sfida alle bambine e ai bambini delle classi coinvolte: vestire i panni di Cappuccetto Rosso, guidando CoderBot, un piccolo robot mobile dotato di una telecamera. Come se fossimo in un videogame i bambini e le bambine guidano il robot all’interno di un grande labirinto, allestito in una delle sale del teatro. Il percorso in cui si muovono è una replica di quello che Cappuccetto deve fare per andare dalla sua casa a quella della nonna. Gli imprevisti, gli indovinelli e le novità sono dietro ogni angolo e ogni curva del percorso e servono per fermarsi a riflettere su ciò che sta succedendo nella storia e sulle emozioni che nascono dentro di noi.
SVOLGIMENTO DEL LABORATORIO
1° incontro
– durata: 2 ore – conduce Dario Focardi
Spiegazione sul senso del progetto e sull’importanza di comprendere come la tecnologia sia uno strumento che ci può servire per raccontare la realtà ma non certo per sostituirla.
Entriamo poi nel lavoro vero e proprio con la lettura Cappuccetto Rosso, nella versione raccolta dai Fratelli Grimm. Discussione con i bambini e le bambine sulle differenze che ci sono tra le versioni che loro conoscevano della fiaba e quella letta. Passaggio a un lavoro di decostruzione della storia: se Cappuccetto si svolgesse oggi che cosa cambieresti, che cosa terresti, che cosa toglieresti e che cosa aggiungeresti? Ogni bambino e ogni bambina elaborerà un breve scritto con le proprie risposte alle domande che sono state poste.
2° incontro – durata: 2 ore – conduce Dario Focardi
Ogni bambino e ogni bambina leggerà le proprie risposte alle domande poste nel primo incontro. Discussione sulle proposte e voto democratico su quali di queste tenere e inserire nel percorso del gioco. Scrittura di un breve copione con le frasi che devono recitare i personaggi che sono stati scelti. Registrazione delle voci dei personaggi. Scelta del finale. Il narratore, parte essenziale del lavoro, sarà la voce di Dario Focardi, ma le altre voci saranno quelle delle bambine e dei bambini, e, per evitare momenti di competizione, le voci registrate che saranno utilizzate nello svolgimento del gioco potranno essere quelle di un’altra classe.
3° incontro – durata: 2 ore – conduce Great Robotics
Introduzione all’uso del robot CoderBot. Ai bambini e alle bambine verrà mostrato com’è fatto il robot esplorando i suoi componenti principali: i sensori, gli attuatori e la sua scheda di programmazione. Poi si passerà a descriverne il funzionamento che avviene attraverso l’utilizzo di un’interfaccia grafica utente.
4° incontro – durata: 2 ore – conduce Great Robotics (con intervento di Dario Focardi)
Spiegazione su come si programma un robot come CoderBot. In questa fase verrà illustrato che cosa è Blockly, il linguaggio visivo basato su blocchi che permette di «comandare» il robot. Quindi saranno effettuate delle prove di collegamento, controllo e programmazione del robot. Infine, si spiegheranno le regole del gioco.
5° incontro – durata: 2 ore – conducono Dario Focardi e Great Robotics
Nell’ultimo incontro i bambini e le bambine vestiranno i panni di Cappuccetto Rosso, attraverso il robot, e si muoveranno nell’ambientazione che è stata precedentemente preparata, in base alle idee di partenza degli artisti che saranno modificate dalle suggestioni dei bambini e delle bambine. Alla fine del percorso sarà stimolata una discussione così da avere una serie di feedback emotivamente non mediati su quanto è appena successo.

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